Sonetti Romaneschi

Da cristiano! Si mmoro e ppo’ arinasco, Pregh’Iddio d’arinassce a Rroma mia. (G. Belli)

ER CALLISTA.

Cesare Pascarella

I.

Come vedono, qui, cari signori,
Non si tratta di dire ch'è un inganno,
Qui si vende ir rimedio d'un malanno
Approvato dai celebri dottori.

Non si tratta dei soliti impostori
Su la pubblica piazza, che gli dànno
Dei ciafrugli qualunque... Mi diranno:
Pe li calli ci so' boni rasori.

Si lavora cor ferro!... E che succede?
Ch'esce ir sangue e gli viè' come un gonfiore
Ne l'interno, che gli arovina ir piede.

Mentre che qui, cór glasso vegetale.
Che s'immassima drento ner dolore,
Ir suo piede ritorna ar naturale.

II.

Dunque, credo, qualunque sia persone,
Che si trovasse avere quarche callo,
Si crompa ir glasso assieme a l'istruzione,
Dove ci dice ir modo d'addoprallo.

Che sarebbe, di prende' ir mio cerone,
Ch'è ir glasso vegetale, e d'accostallo
Ar lume, co' la quale operazione,
Si sdilinquisce quando sente ir callo.

Dopo di che, come gli faccio vede',
Lo pòle avvicinare su le deta,
Che sarebbe di dire sur suo piede.

Come lo pòle dire tanta gente
Che ci ha speso la piccola moneta,
Dove che ir giorno appresso nun è gnente.

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