Sonetti Romaneschi

Da cristiano! Si mmoro e ppo’ arinasco, Pregh’Iddio d’arinassce a Rroma mia. (G. Belli)

ANNIVERSARIO

Trilussa (Carlo Alberto Salustri)

Un anno fa, li ventisei d'aprile,
un Gatto Nero fu trovato morto
coll'occhi spalancati e er muso storto,
accanto a la fontana der cortile.

Tutti l'appiggionanti, a la finestra,
parlaveno der fatto. — Che peccato!
— Quant'era bravo! — fece l'avvocato.
— Quant'era bono! — fece la maestra.

— Quer cane-lupo nun m'ha mai convinto... —
disse er dentista der secondo piano.
— Er caso, certo, se presenta strano...
— disse er pretore, ch'abbitava ar quinto —

In ogni modo escludo l'assassinio... —
E, in questo, comincianno dar portiere,
ereno tutti quanti d'un parere
benché la casa fusse in condominio.

E pe' deppiù se misero d'accordo
de pagà mezzo litro a lo scopino
che seppellì la bestia ner giardino,
con un mattone sopra pe' ricordo.

Ma er tempo vola, sfoja er calendario,
strappa li giorni, frulla li pensieri,
e li rimpianti, spesso e volentieri,
sfumeno prima de l'anniversario.

A un anno de distanza è naturale
che nessuno ritorni co' la mente
a quela pover'anima innocente
finita così presto e così male.

Ma er capo de li Sorci, giù in cantina,
commemora l'eroe ch'ebbe er coraggio
de rosica quer pezzo de formaggio
avvelenato co' la strichinina.

Dice: — V'aricordate? Oggi fa l'anno.
«Compagni! — ce strillò — la morte mia
sarà la vita vostra!» E scappò via
co' la speranza d'incontrà er tiranno.

Fu affare d'un minuto. Appena uscito,
er boja Micio l'infrociò ar cantone:
una stranita, un mozzico, un boccone...
E tutto annò com'era stabbilito. —

Ecco perché, li ventisei d'aprile,
un Gatto Nero fu trovato morto
coll'occhi spalancati e er muso storto,
accanto a la fontana der cortile.

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1940