L'AFFARE DE LA RAZZA
Trilussa (Carlo Alberto Salustri)
Ciavevo un gatto e lo chiamavo Ajò;
ma, dato ch'era un nome un po' giudio,
agnedi da un prefetto amico mio
po' domannaje se potevo o no:
volevo sta' tranquillo, tantoppiù
ch'ero disposto de chiamallo Ajù.
— Bisognerà studià — disse er prefetto —
la vera provenienza de la madre... —
Dico: — La madre è un'àngora, ma er padre
era siamese e bazzicava er Ghetto;
er gatto mio, però, sarebbe nato
tre mesi doppo a casa der Curato.
— Se veramente ciai 'ste prove in mano,
— me rispose l'amico — se fa presto.
La posizzione è chiara.:— E detto questo
firmò una carta e me lo fece ariano.
— Però — me disse — pe' tranquillità,
è forse mejo che lo chiami Ajà.
8902